Dai Nostri Attivisti Mario Failla e Giuseppe Sciuto
“Le
Vie dell’Acqua”
è il nome dell’itinerario,
istituito nel 2015, che si sviluppa per le
vie dei mulini ad acqua
e ricade in parte nel territorio di Aci Catena. Oltre piano
Reitana,
noto soprattutto per la lavorazione dei lupini, alcune delle vie
dell’itinerario saranno oggetto della passeggiata in programma il
26 marzo 2017.
L’intera
area dei mulini sorge all’interno di un avvallamento naturale, il
cui suolo, prevalentemente argilloso e impermeabile, causa
l’affioramento di numerose sorgenti, cui si sommano i corsi d’acqua
confluenti dalle zone a monte. La loro presenza, il microclima dovuto
alla presenza di diverse timpe che circondano la zona e la fertilità
dei terreni hanno favorito, sin da tempi antichissimi, l’insediamento
di civiltà, come dimostrano la presenza delle terme
romane di Santa Venera al Pozzo,
all’interno delle quali sgorga una sorgente di acque
sulfuree.
Diverse
attività produttive si sono sviluppate nei secoli e, ancora oggi,
sono presenti, anche se in disuso, alcuni dei mulini per la
macinazione del grano, attivi durante il XV e XVI secolo.
Le
terme romane rappresentano il fulcro di un territorio che offre
risorse
culturali e paesaggistiche
che oggi andrebbero valorizzate in maniera adeguata.
L’area
dei mulini e i percorsi che al suo interno si districano
costituiscono una parte di Aci Catena che gli stessi catenoti non
hanno potuto conoscere e vivere pienamente.
In
tanti si impegnano affinché le istituzioni diano la giusta rilevanza
ai molteplici elementi che rendono suggestivo un territorio in cui
storia,
natura,
mito
e poesia
sono legati indissolubilmente.
In
tal senso è doveroso fare riferimento al Dott.
Filippo Pulvirenti
che ha condotto degli studi, a partire dalla propria tesi
di laurea,
sulla presenza di elementi paesaggistici appartenenti all’area
delle terme e corrispondenti alle descrizioni che il poeta
romano
Ovidio
fornisce nel poema
epico
Le
Metamorfosi,
narrando il
mito di Aci e Galatea.
In
particolare il Dott.
Pulvirenti,
nel suo libro intitolato “Quell’amaro
macigno”
(Aci San Filippo, 2002), evidenzia dettagli da lui stesso definiti
non casuali e riportati dal poeta latino, come il macigno che
Polifemo scagliò contro il pastorello Aci, oltre la rupe sotto la
quale quest’ultimo incontrava la ninfa Galatea.
Un
grosso
masso,
simile alla descrizione fatta da Ovidio,
si trova all’interno dell’area archeologia di Santa Venera al
Pozzo e al di sotto di esso sgorgano e si mescolano sorgenti di acqua
sulfurea, a tratti rossastra, e sorgenti di acque chiare, che
richiamerebbero, appunto, il sangue di Aci che si stinge tramutandosi
in acqua, mentre gli dei, ascoltando le suppliche di Galatea,
compiono la metamorfosi del giovane pastore in fiume.
Nei
secoli successivi, dallo stesso fenomeno ebbe origine la leggenda del
martirio
di Santa Venera,
che, secondo la tradizione locale, fu decapitata e la sua testa
gettata nel pozzo vicino la sorgente, da cui sgorgano le acque
sulfuree.
In
questo e in altri suoi lavori riguardanti ad esempio il
mito di Dafní,
Filippo
Pulvirenti
auspica che questi luoghi siano opportunamente valorizzati, ad
esempio mediante l’istituzione di un parco
letterario
e di itinerari
che
darebbero
impulso all’economia
ma soprattutto costituirebbero un legame
tra la comunità e il territorio.
Noi
Attivisti
del M5S Aci Catena,
mediante l’iniziativa Passeggiata
per le Vie dell’Acqua,
invitiamo i cittadini a conoscere e riscoprire le meraviglie di un
territorio unico nel suo genere.