mercoledì 15 marzo 2017

Aci Catena: Passeggiata per "Le Vie dell'Acqua"


Dai Nostri Attivisti Mario Failla e Giuseppe Sciuto
 
Le Vie dell’Acqua” è il nome dell’itinerario, istituito nel 2015, che si sviluppa per le vie dei mulini ad acqua e ricade in parte nel territorio di Aci Catena. Oltre piano Reitana, noto soprattutto per la lavorazione dei lupini, alcune delle vie dell’itinerario saranno oggetto della passeggiata in programma il 26 marzo 2017.
L’intera area dei mulini sorge all’interno di un avvallamento naturale, il cui suolo, prevalentemente argilloso e impermeabile, causa l’affioramento di numerose sorgenti, cui si sommano i corsi d’acqua confluenti dalle zone a monte. La loro presenza, il microclima dovuto alla presenza di diverse timpe che circondano la zona e la fertilità dei terreni hanno favorito, sin da tempi antichissimi, l’insediamento di civiltà, come dimostrano la presenza delle terme romane di Santa Venera al Pozzo, all’interno delle quali sgorga una sorgente di acque sulfuree.
Diverse attività produttive si sono sviluppate nei secoli e, ancora oggi, sono presenti, anche se in disuso, alcuni dei mulini per la macinazione del grano, attivi durante il XV e XVI secolo.
Le terme romane rappresentano il fulcro di un territorio che offre risorse culturali e paesaggistiche che oggi andrebbero valorizzate in maniera adeguata.
L’area dei mulini e i percorsi che al suo interno si districano costituiscono una parte di Aci Catena che gli stessi catenoti non hanno potuto conoscere e vivere pienamente.
In tanti si impegnano affinché le istituzioni diano la giusta rilevanza ai molteplici elementi che rendono suggestivo un territorio in cui storia, natura, mito e poesia sono legati indissolubilmente.
In tal senso è doveroso fare riferimento al Dott. Filippo Pulvirenti che ha condotto degli studi, a partire dalla propria tesi di laurea, sulla presenza di elementi paesaggistici appartenenti all’area delle terme e corrispondenti alle descrizioni che il poeta romano Ovidio fornisce nel poema epico Le Metamorfosi, narrando il mito di Aci e Galatea.
In particolare il Dott. Pulvirenti, nel suo libro intitolato “Quell’amaro macigno” (Aci San Filippo, 2002), evidenzia dettagli da lui stesso definiti non casuali e riportati dal poeta latino, come il macigno che Polifemo scagliò contro il pastorello Aci, oltre la rupe sotto la quale quest’ultimo incontrava la ninfa Galatea.
Un grosso masso, simile alla descrizione fatta da Ovidio, si trova all’interno dell’area archeologia di Santa Venera al Pozzo e al di sotto di esso sgorgano e si mescolano sorgenti di acqua sulfurea, a tratti rossastra, e sorgenti di acque chiare, che richiamerebbero, appunto, il sangue di Aci che si stinge tramutandosi in acqua, mentre gli dei, ascoltando le suppliche di Galatea, compiono la metamorfosi del giovane pastore in fiume.
Nei secoli successivi, dallo stesso fenomeno ebbe origine la leggenda del martirio di Santa Venera, che, secondo la tradizione locale, fu decapitata e la sua testa gettata nel pozzo vicino la sorgente, da cui sgorgano le acque sulfuree.
In questo e in altri suoi lavori riguardanti ad esempio il mito di Dafní, Filippo Pulvirenti auspica che questi luoghi siano opportunamente valorizzati, ad esempio mediante l’istituzione di un parco letterario e di itinerari che darebbero impulso all’economia ma soprattutto costituirebbero un legame tra la comunità e il territorio.
Noi Attivisti del M5S Aci Catena, mediante l’iniziativa Passeggiata per le Vie dell’Acqua, invitiamo i cittadini a conoscere e riscoprire le meraviglie di un territorio unico nel suo genere.